Anche durante le trasmissioni televisive serali, molti si sentono a disagio a definire il poker come sport, a meno che non si parli di uno sport, in un certo senso, a livello mentale.

Senza dubbio il poker mette alla prova il vostro ragionamento logico (e allena i vostri muscoli mentali).

Può sfociare in battaglie strategiche come una partita a Scarabeo o a scacchi ed è lì, in quel momento, che si vede se avete fatto i compiti a casa.

  • Un aneddoto divertente: sapevate che Joe McKeehan, vincitore del Main Event delle World Series of Poker del 2015, è anche campione mondiale del gioco da tavolo Risiko? Beh, non è un caso.

Per avere successo, dovete avete abilità di ragionamento logico molto forti. Lasciate a casa le tabelle per giocare a Texas Holdem!

Torniamo al momento in cui l’autrice di questo articolo si è ritrovata immersa nelle complessità della scienza che studia il cervello in relazione al poker mentre lavorava al suo libro “A Girl’s Guide to Poker”.

Mi sono subito resa conto che avevo bisogno di qualcuno di molto esperto e quel qualcuno era naturalmente la dottoressa Tricia Cardner, luminare in questo campo.

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Bene, la dottoressa Tricia è diversa dalle persone che potreste intervistare normalmente. È una vera e propria forza della natura, che ha non uno, ma due lauree in psicologia e criminologia.

Come psicologa che si è specializzata nella neurologia applicata al Texas Hold’em, la dottoressa Tricia ha scritto diversi libri, tra i quali:

  • “Peak Poker Performance”;
  • "Positive Poker”;
  • "Purposeful Practice for Poker".

 
Ah, ed è anche una delle protagoniste del famoso podcast "Poker on the Brain”.

Le sue credenziali accademiche la rendono una delle poche persone qualificate per gettarsi a capofitto nell’intricato funzionamento della mente umana nel contesto di una mano di poker.

Quando si parla di scienza del poker, la dottoressa Tricia è la migliore, l’autorità più alta a cui si può chiedere qualcosa.

Quindi, lasciamo che sia lei a rispondere alla domanda: giocare a poker rende più intelligenti?

Intelligenza emotiva: il segreto per essere maestri del poker

Quando processiamo delle informazioni “abbiamo quasi istantaneamente una reazione emotiva”, spiega la dottoressa Tricia, “prima ancora di fermarci e di pensare razionalmente”.

In altre parole, per pensare in maniera lucida dobbiamo imparare a gestire i nostri sentimenti.

  • Il successo nel poker non comincia con il legare l’avversario in nodi mentali.
  • Non inizia neanche con analisi complesse.
  • Comincia con l’imparare a regolare le proprie emozioni.

Secondo la dottoressa, quando processiamo le informazioni le nostre emozioni entrano in gioco quasi immediatamente, molto prima che il nostro pensiero razionale possa cominciare.

Dimenticate di ingannare il vostro avversario con giochi mentali o di buttarvi come prima cosa nelle complesse probabilità delle combinazioni e probabilità poker.

Il successo nel poker parte dalla capacità di essere padroni del proprio stato emotivo.

L'intelligenza emotiva

La dottoressa Tricia lo descrive come la prima fermata sui binari del treno del viaggio del nostro cervello, in cui i sentimenti prendono il comando in maniera naturale.

Quindi “istinto viscerale” significa istinto del c.d. sistema limbico? Beh, potrebbe essere proprio così.

Dopodichè questo istinto viaggia verso i centri logici del sistema, quelli in cui si pianifica, si ragiona e si prendono le decisioni. Ma non importa quanto siate bravi a pensare in maniera critica, dovrete sempre affrontare per prima cosa le vostre emozioni.

Prima i sentimenti, poi la razionalità, l’ordina è questo.

Il concetto base? Perfezionare il vostro gioco mentale è molto più che abilità matematica. Dovete essere in grado di gestire in maniera effettiva le vostre emozioni.

Imparare il poker nella maniera più intelligente

Poniamo che non siate così preoccupati di controllare il vostro tilt poker e invece volete giocare a No-Limit Hold 'em il prima possibile.

1.    Qual è il modo più veloce di imparare a giocare a poker?
2.    Dovreste giocare qualche mano o fare esercizi?

La dottoressa Tricia dice che “è meglio al 100% fare gli esercizi”.

La sua prescrizione è carte di allenamento, video e allenamento nel poker online. “Posso fare anche 10mila ore, ma se il mio allenamento non è di qualità non succederà nulla”.

Il suo co-autore e famoso allenatore di poker Jonathan Little, ha depositato 50 euro online e li ha trasformati velocemente in 300mila euro. Ma ha passato i sei mesi precedenti a studiare, senza giocare neanche una singola mano.

La qualità dell’allenamento è migliore della quantità

Si possono passare decenni a giocare a poker, ma avrete comunque un buon vantaggio su queste persone grazie a qualche mese di studio con obiettivi ben precisi.

Lavorare sempre sulla qualità dell'allenamento

Ritorniamo alla tesi:

Giocare a poker rende più intelligenti?

Ricordatevi, il punto non è giocare per ore al tavolo da poker, ma la bontà della vostra preparazione.

Fare pratica con questo livello di diligenza migliorerà in maniera naturale la vostra prontezza mentale. L’impegno e l’etica del lavoro richiesti potrebbero persino aumentare la vostra considerazione di voi stessi, il che ci fa tornare al nostro primo punto, quello che riguarda il rafforzamento mentale.

Sono legati in maniera inestricabile:

  • giocare più a poker non significa giocare un poker migliore;
  • un po’ di poker al giorno vi aiuterà a migliorare più velocemente di tanto poker una volta a settimana.

Il poker è diverso dalla corsa. Se corri tutti i giorni, diventerai più veloce.

Ma potreste anche giocare a poker ogni giorno e rimanere comunque delle lumache.

Ginnastica mentale

La dottoressa Tricia paragona l’imparare una nuova abilità o una nuova variante di giochi di poker, come il three card poker, a un allenamento a circuito per il cervello.

“La prima volta che fai partire il circuito, non va molto bene. Il messaggio va lentamente, perchè non sai davvero cosa stai facendo”, spiega la dottoressa Tricia. “Ma più fai partire il circuito, più veloce viaggerà il messaggio”.

Pensate a questa situazione come a quando si guida una macchina. All’inizio si pensa ancora a quali pedali spingere, ma poi diventa una cosa naturale con il tempo.

In termini più semplici, l’allenamento porta a un'efficienza migliorata: tutto diventa più veloce, più semplice e più diretto.

Quindi, prendetevela con calma e con costanza, perchè il vostro cervello è sulla strada giusta per diventare una macchina perfettamente oliata.

La ginnastica mentale

Devo essere intelligente per giocare a poker?

“Quando facciamo i test di intelligenza negli Stati Uniti, di solito guardiamo al lavoro dell’intelligenza basata sulla memoria [i test QI]”, spiega la dottoressa Tricia, “ma ci sono tante tipologia di intelligenza”

“Magari non andavate molto bene a scuola, ma questo non significa che non abbiate una rilevante intelligenza sociale e/o emotiva”.

La dottoressa suggerisce persino che alcuni giocatori professionisti di poker che hanno un QI molto alto migliorerebbero i loro risultati se lavorassero sulle loro abilità come persone.

“Parlando a livello generale, questa cosa che chiamiamo ‘intelligenza’ conta solo per circa il 20% della varianza nel successo”, dice la dottoressa Tricia, una donna che ovviamente ha fatto molto bene i compiti a casa.

“Sì, per imparare a giocare a poker dovete avere una certa comprensione della matematica e della logica, ma non parliamo di ingegneria aerospaziale”.

Conclusione: il poker rende più intelligenti?

Il poker non è solo un gioco legato al caso, è uno sport mentale che può affinare tantissimo le vostre abilità cognitive.

Attraverso la conoscenza che la dottoressa Tricia Cardner ha condiviso con noi, abbiamo scoperto il potere di imparare a fondo il gioco mentale nel poker.

  • prima di tutto, capire e regolare le proprie emozioni è fondamentale per prendere decisioni chiare al tavolo da poker;
  • dando la priorità a diventare padroni delle vostre emozioni, migliorate il vostro ragionamento strategico e le vostre performance in generale.

In questo senso, il poker certamente vi rende più intelligenti!

Inoltre la dottoressa Tricia spinge sulla qualità dell’allenamento, più che sulla quantità.

Esercizi strutturati, carte di allenamento e studio con obiettivi ben precisi sono metodologie molto più utili rispetto a giocare semplicemente per ore al tavolo da poker.

Una preparazione con un focus ben preciso può portare a profitti importanti in un periodo di tempo relativamente breve, come dimostra la storia del successo di Jonathan Little.

In più, il processo con cui si impara a giocare a poker è uguale all’allenamento a circuito per il cervello.

Con allenamenti ripetuti, i percorsi neurali diventano più efficienti, portando a un processo cognitivo più veloce e più diretto.

Giocare a poker allena l'intelligenza

Come succede quando si impara qualsiasi nuova abilità, diventare dei buoni giocatori di poker richiede:

  • pazienza;
  • impegno;
  • volontà di imparare dai propri errori.

Infine la dottoressa Tricia sfida il concetto che l’intelligenza sia un prerequisito necessario per il successo del poker. Anche se una conoscenza di base della matematica e della logica è d’aiuto, il successo nel poker non dipende solamente dal QI.

L’intelligenza sociale e quella emotiva sono entrambe fondamentali nel navigare nel mare della complessità del poker.

Il poker offre un’opportunità unica per la crescita e lo sviluppo mentale. Lavora sul regolare le emozioni, allena al pensiero strategico e all’apprendimento adattivo delle abilità per migliorare il vostro margine di profitto.

Ma queste tecniche possono anche migliorare le vostre abilità cognitive nella vita di tutti i giorni.

La prossima volta che vi sedete per giocare una mano a poker, ricordatevi che non state soltanto mettendo alla prova la fortuna, ma anche allenando, eccome, la vostra mente e diventando sempre più intelligenti con ogni decisione presa.

*Il contenuto dell'articolo è stato redatto da Amanda Botfeld.