Nel poker un pareggio o un “chop” è una situazione in cui due o più giocatori hanno la stessa mano vincente quando si vanno a mostrare le carte.

Le fiches vengono suddivise in maniera uguale tra i vincitori. Spesso non si considera abbastanza l’importanza del chop e la matematica che lo riguarda non viene quasi mai discussa.

Mettiamo in chiaro qualche punto chiave riguardo i pareggi nel poker. Andiamo con ordine, naturalmente.

1. COME LA POSSIBILITÀ DI PAREGGIARE È LEGATA ALLA NOSTRA EQUITY

Se dividiamo la probabilità di pareggiare per due, ci darà l’aumento di equity che avremo, visto che di tanto in tanto potremmo vincere metà piatto. Così, per le probabilità poker, se una particolare mano finirà con un pareggio nel 10% dei casi, questo si traduce in una pot equity del 5%.

A volte ai giocatori si insegna che la “pot equity” è “la possibilità che la mano vinca al momento di mostrare le carte se tutti i giocatori sono d’accordo nel fare check”.

Questo insegnamento però è vero solo in parte. Per esempio, immaginiamo di avere la stessa scala poker del nostro avversario al flop e nessuno di noi migliora la sua mano. Un calcolatore di equity dirà che abbiamo una equity del 50%.

Questo significa che possiamo aspettarci di vincere il piatto nel 50% dei casi? Assolutamente no, anzi, in realtà non possiamo vincerlo mai. Il 100% della probabilità di pareggiare, infatti, dà come risultato una pot equity del 50%.

2. DI QUALI POT-ODDS ABBIAMO BISOGNO PER ACCHIAPPARE UN BLUFF GIOCANDO CON LE CARTE A TAVOLA?

Prima di tutto, cosa intendiamo con l'espressione “acchiappare un bluff giocando con le carte a tavola”?

Andiamo anche stavolta con un esempio. Immaginate che il nostro avversario punti su una mano con a tavola 6c7c8h9hTd e in cui noi abbiamo 2s3s nel No Limit Texas Holdem Poker.

In un certo senso non abbiamo nulla, ma tecnicamente abbiamo una scala, visto che possiamo produrre una mano da cinque carte usando per intero le cinque carte comuni (e quindi giocando con le carte a tavola). Quindi, fino a che il nostro avversario non ha una mano con un Jack, il pareggio è decisamente garantito.

Se immaginiamo che l’avversario punti metà piatto, di solito avremmo bisogno di vincere il 25% delle volte per avere una chiamata secondo le pot-odds call. Questa formula si basa sul presupposto che vinciamo l’intero piatto. Ma qui siamo in una situazione in cui se acchiappiamo correttamente il bluff, ne vinceremo in realtà solo metà.

Se la vincita è la metà, è logico immaginare che la nostra percentuale debba essere il doppio. Se di solito avremmo bisogno di vincere il 25% delle volte secondo le pot-odds, in questo caso dovremmo vincere nel 50% dei casi, se stiamo chiamando solamente per la possibilità di pareggiare.

3. I PAREGGI NEL POKER, MINIMIZZARE LA RAKE

Se siamo sicuri che l’avversario abbia lo stesso punto massimo che abbiamo noi, potrebbe essere giusto diminuire la cifra che mettiamo nel piatto. Giocare in maniera errata in queste situazioni può risultare in perdite non necessarie dovute alla rake.

Ragioniamo sul seguente scenario, sempre in una partita di NLHE.
Carte a tavola: QsTsKd5cJd
La nostra mano: Ad4d

Senza essere troppo specifici, dovremmo essere in grado di vedere che abbiamo il miglior punto possibile. Ci sono quattro carte per una scala già a tavola e qualsiasi asso dà la scala massima.

Immaginiamo di arrivare al river e che il nostro avversario, che ha un bello stack, fa un raise enorme. Noi abbiamo il punto migliore, quindi dovremmo fare reraise, giusto? Forse no, dipende dal fatto che l’avversario possa aver o no fatto quel raise con un nove (o con una carta peggiore). Nella maggior parte dei casi l’avversario avrà anche lui un asso e quindi ci divideremo il piatto.

Potrebbero ovviamente anche bluffare di tanto in tanto, ma un re-raise in questo caso non dovrebbe farci ottenere molto, visto che l’avversario non chiamerebbe mai il nostro re-raise con nulla in mano.

In realtà, l’unica conseguenza del re-raise sarebbe assicurare che entrambi i giocatori pagheranno più rake in caso di pareggio. Un buon giocatore quindi chiamerebbe sul raise con il punto migliore, se ha un buon grado di certezza che il suo avversario non farebbe mai raise con una mano peggiore.

4. I PAREGGI NEL POKER E LA DISTRUZIONE MUTUA ASSICURATA

Facciamo un rapido esperimento sull’esempio qui sopra. Immaginiamo di avere uno stack da un milione di big blind e di avere deciso di fare un re-raise all-in. Il nostro avversario dovrebbe chiamare? Non senza pensare bene alla rake e al limite della rake. Chiamare con la mano migliore potrebbe finire per costare di più che foldare e basta.

Sfortunatamente, è quasi impossibile sfruttare questo tipo di informazione a nostro vantaggio, perché è raro che un giocatore sia così bravo da foldare con la mano migliore, anche se è la cosa migliore da fare. E ovviamente se il nostro avversario chiama, saremo entrambi distrutti dalla rake, da cui il concetto di "distruzione mutua assicurata".

Lo stesso tipo di problema può esserci in mani in cui ad avere la mano migliore è il tavolo. Immaginate che le carte in tavola siano TJQKA in un piatto con poche fiches al centro. Un bravo giocatore non punterà in questa situazione, perché a cosa servirebbe? Il piatto se lo divideranno comunque tutti, dunque perché pagare tutti più rake di quanto serve?

Un modo rapidissimo per diventare antipatici al tavolo da poker molto velocemente è cominciare a fare raise all-in in situazioni del genere. Anche se è ovviamente una possibilità valida e legittima, questa tipologia di puntata è considerata poco etica dalla maggior parte dei giocatori.

La cosa interessante è che se l’avversario è così bravo da capire che chiamare costa di più che foldare (a causa della rake), fare all-in è la mossa giusta per noi! L’avversario giustamente folda e noi vinciamo un piatto che altrimenti avremmo diviso.

Ma abbiamo due grosse criticità:
1.       Non possiamo aspettarci che la maggior parte degli avversari sappia che la giocata giusta è foldare con la mano migliore.
2.       Anche se il nostro avversario non potrà mai vincere in questa situazione, può perlomeno assicurarsi che perdiamo entrambi qualcosa chiamando (distruzione mutua assicurata). Naturalmente una mossa simile non ha senso in termini di EV dell’avversario, ma magari il giocatore in questione è semplicemente vendicativo. 

In più, sapere che l’avversario farà, tre le azioni poker tipiche, la chiamata che diminuisce il suo EV crea un disincentivo per noi a provare a rubare il piatto in futuro.

Le persone interessate alla teoria dei giochi potrebbero apprezzare le similitudini tra questo modello e il dilemma del prigioniero.

5. QUANDO UN PAREGGIO NEL POKER NON È UN PAREGGIO

Ovviamente in alcuni casi il nostro problema potrebbe essere un caso di doversi abituare a letture di mano di base. È possibile che due giocatori abbiano la “stessa mano”, ma che non si abbia un pareggio a causa del kicker, etc.

Per esempio, se due giocatori hanno una coppia di Re, guardiamo alla prossima carta più alta (il kicker) per stabilire chi vince.

La tabella che segue, molto, molto utile, serve per ricordare come differenziare mani di poker che possono sembrare simili.

 Tipo di mano  Metodo di classificazione  In caso di pareggio
 Scala reale   Tutte uguali   Impossibile nella maggior parte delle varianti come il NLHE. Altrimenti, sempre dividere (come nello Stud)
 Scala colore  La scala colore più alta vince  Impossibile nella maggior parte delle varianti come il NLHE. Altrimenti, sempre dividere (come nello Stud)
 Poker  Il valore della carta del poker più alto vince  La quinta carta è il “kicker” e determina il vincitore
 Full  La carta del tris dal valore più alto  Si pareggia sempre (con carte dello stesso valore)
 Colore  Valore della carta più alta del colore  Impossibile nella maggior parte delle varianti come il NLHE. Altrimenti, sempre dividere (come nello Stud)
 Scala  La scala più alta vince  Si pareggia sempre (con carte dello stesso valore)
 Tris  Il valore della carta del tris più alto vince  La mano ha due kicker, vince quella col kicker più alto. Se anche il kicker più alto è pari, vince quella con il secondo kicker più alto
 Doppia coppia  Valore della coppia più alta   La quinta carta è il “kicker” e determina il vincitore
 Coppia  Valore più alto della coppia  La mano ha tre kicker, vince quella col kicker più alto. Se anche il kicker più alto è pari, vince quella con il secondo kicker più alto. Se anche il secondo kicker è pari, vince quella con il terzo kicker più alto
 Carta più alta  Valore più alto della carta più alta  Se la carta più alta è pari si considerano la seconda, poi la terza, la quarta e la quinta