Cosa indica il termine “shove” nel poker? Significa semplicemente andare all-in, scommettendo un importo pari al totale delle fiches a disposizione.

Se ad esempio avete in mano A♦A♠, cercherete una buona occasione per andare all-in, riuscendo magari a raddoppiare il vostro stack.

Nel resoconto scritto di un torneo potreste trovare una frase del tipo: Dominik Nitsche, ambasciatore di 888poker, ha effettuato uno shove da 1,4 milioni. Martin Jacobson, campione del Main Event alle World Series of Poker del 2014, ha riflettuto per qualche istante prima di passare la mano

Indice

IL TROPPO STROPPIA

L’all-in rappresenta una giocata importante, in grado di farvi conquistare il pot in buona parte dei casi. Perché quindi non ricorrere sempre allo shove? Be’, come dice il proverbio: “Il troppo stroppia”. Finireste per attirare troppo l’attenzione degli avversari e, perdendo la mano, sareste fuori dai giochi.

Più spesso andrete all-in, più difficilmente gli avversari crederanno che abbiate una buona mano. Esagerando con gli shove, gli altri giocatori saranno propensi a fare call con mani più deboli.

Considerate l’all-in come l’arma più pericolosa del vostro arsenale: può causare notevoli danni, ma occorre impiegarla al momento giusto. Se abusate di quest’arma, i vostri avversari non si spaventeranno né si scoraggeranno.

QUANDO FARE ALL-IN IN UN TORNEO

Ci sono diversi motivi per shovare in una partita di poker. Potreste ad esempio provare a raddoppiare il vostro bottino oppure mettere alla prova il vostro avversario.

La maggior parte dei giocatori finisce per andare all-in quando si ritrova a corto di stack (cioè per un valore massimo di 10 big blind). Visto lo scarso numero di fiches possedute, avranno poche mosse a disposizione, per cui in genere opteranno per un all-in o per un fold. Se voi ad esempio possedete 10.000 con i bui fissati a 500/1.000/100, opterete probabilmente per uno shove nel caso abbiate in mano un A♦Q♠.

Per i giocatori con grandi stack vale l’esatto contrario: potrebbero decidere di andare all-in per mettere sotto pressione gli avversari con stack inferiori, il cui shove metterebbe potenzialmente a repentaglio la propria permanenza nel torneo. Immaginate che ci siano 40.000 nel piatto e che voi abbiate in mano 10♥9♥ con un board di 10♦J♣2♥5♦. Vi è rimasto uno stack di 35.000, mentre il vostro avversario va all-in con i suoi 150.000: il suo shove vi mette in una situazione complicata.

I VANTAGGI DELLO SHOVE

Sapere quando andare all-in è il miglior modo per sfruttare a dovere il vostro stack, soprattutto se riuscite a prendervi i bui e gli ante senza alcuna resistenza. Grazie allo shove evitate anche di perdere inutilmente delle fiches tramite limp o rilanci che vi porterebbero a foldare su una strada successiva.

Se ad esempio rilanciate con un A♥10♣ e il giocatore in posizione di grande buio effettua un call, cosa fate se sul flop esce un 5♣6♦7♠ e il vostro avversario fa una bet? Se foste semplicemente andati all-in nel pre-flop, probabilmente avreste conquistato i bui e gli ante, mentre ora siete costretti a perdere fiches preziose.

L’IMPORTANZA DELLA POSIZIONE

Le migliori opportunità per shovare si hanno spesso in posizione. Più in là sarà il vostro turno, maggiori chance avrete di andare a segno con un all-in, dal momento che ci saranno meno giocatori chiamati ad agire dopo di voi. Se siete under the gun in un tavolo da nove giocatori, ci saranno ben otto avversari che reagiranno alla vostra puntata aggressiva (sarà più probabile che qualcuno realizzi di avere una mano forte). Se invece shovate dal button, ci saranno solo i due avversari in posizione di buio a giocare dopo di voi (il che riduce drasticamente il pericolo di affrontare qualcuno che abbia una grande mano).

Uno shove da una posizione iniziale (UTG, UTG+1 e UTG+2) rappresenta un rischio maggiore rispetto a quanto avviene da una middle position (MP1, lojack e hijack). La mossa migliore è quella di andare all-in da una posizione finale (il cutoff e il button). Ci sono scarse opportunità di shovare dal piccolo o grande buio, poiché sarete gli ultimi a giocare. È probabile che già qualcun altro sia entrato nel piatto o sia andato all-in, limitando così le vostre opzioni.

poker positions

LO SHOVE COME BLUFF/SEMI-BLUFF

Non vi serve una made hand per piazzare tutte le vostre fiches nel pot. Se avete il giusto entusiasmo, potete anche shovare con una mano insignificante. Il bluff, che consiste nel far credere all’avversario che si abbia una mano migliore di quella effettiva, è una delle principali componenti del poker, di cui l’all-in rappresenta un efficace strumento.

Lo shove sotto forma di semi-bluff (situazione che si verifica laddove, pur non essendoci una made hand, ci siano comunque grandi chance di miglioramento della mano) può rivelarsi particolarmente proficuo. Nel migliore dei casi, l’avversario folda e voi conquistate il piatto; anche se l’altro giocatore dovesse fare call, potreste migliorare la vostra mano e vincere.

Un ottimo esempio di semi-bluff è costituito da un ambasciatore di 888poker che, avendo in mano un A♥7♥, decida di shovare con un board di 4♥5♥6♠ sul flop. Pur non avendo una made hand, può sperare nel progetto di scala bilaterale o di colore, avendo a disposizione grandi possibilità di formare la mano migliore sul turn o sul river.

IL VALUE-SHOVE

Se avete il nut o comunque pensate di avere la mano migliore, potreste prendere in considerazione l’idea di effettuare uno shove di valore, detto anche value-shove. Si tratta di un’overbet, normalmente costituita da un all-in.

Ammettiamo ad esempio che disponiate di un 7♣6♣ con un board di 5♣K♠8♣9♣K♦ e che ci sia stata un rapido botta e risposta tra voi e altri due avversari. È probabile che uno di loro (o entrambi), che presumibilmente avranno maggiori stack, possieda(no) una mano forte come un colore all’asso, un full o perfino un poker. Se il pot ammonta a 300.000 e avete uno stack di 450.000, potreste prendere in considerazioni un value-shove. Se i vostri avversari hanno una mano interessante, probabilmente effettueranno un pay off sul vostro progetto di scala.

Esiste anche il value shove ritardato, che consiste nell’andare all-in soltanto dopo che il vostro avversario avrà completato un progetto. Si può verificare se ad esempio avete in mano un 7♦7♠ e il flop, composto da 7♥3♥3♣, vi consegna un full. Andando all-in, finireste probabilmente per spaventare gli avversari e rimanere a bocca asciutta. Procedete invece con calma e date loro una chance di formare una buona mano.

COS’È UN OPEN-SHOVE?

Un open-shove consiste semplicemente nell’andare all-in ed essere il primo giocatore a entrare nel piatto o ad agire sul flop. Così facendo, aprite l’azione con uno shove anziché con un rilancio più contenuto.

COS’È UN RE-SHOVE?

Un re-shove consiste nell’andare all-in over the top contro un giocatore che abbia a sua volta shovato. Immaginiamo ad esempio che i blind ammontino a 200/400/50, con Moorman che, in posizione di cutoff, shova con una puntata di 4.000, mentre Jacobson fa un re-shove dal button con una puntata di 12.000.

In genere lo scopo di un re-shove è quello di isolare un avversario. Se Jacobson si limita a un call, potrebbe spingere gli altri a entrare nel piatto. Se invece preferisce affrontare Moorman in un testa a testa, il re-shove spingerà gli altri giocatori a passare la mano.

Il re-shove è normalmente indice di una mano forte. Si parte infatti dal presupposto che il giocatore ad effettuare il primo all-in abbia una buona (o perlomeno discreta) mano. Effettuando un all-in over the top, il secondo giocatore comunica agli avversari il fatto di avere una mano particolarmente forte, che gli consenta di sfidare il primo shover senza paura di tirarsi indietro.

COS’È UN BACK-SHOVE?

Ipotizziamo che un ambasciatore di 888poker (con uno stack di 240.000) rilanci a 25.000 dalla posizione under the gun, tenendo tra le mani un K♥J♥e che Parker “Tonkaaaa” Talbot (con 500.000) si ritrovi un A♣A♦ in posizione di hijack. Potrebbe optare per un call, nella speranza che un giocatore a corto di stack reagisca con un all-in. In questo modo effettua un limp con l’intento di shovare, qualora venga riaperta l’azione.

Immaginiamo che il piccolo buio vada all-in con 50.000 e che l’ambasciatore di 888poker veda. A questo punto Talbot può effettuare un back-shove andando a sua volta all-in. È difficile realizzare un back-shove, ma in genere vi permette di aggiudicarvi un grande piatto. Qualora un altro giocatore faccia back-shove, procedete con molta cautela, dal momento che probabilmente avrà una monster hand.

Josh Reichard, vincitore di 12 anelli del circuito WSOP, una volta ha detto: “Ogni volta che fate call su un’apertura o un limp e poi qualcuno rilancia, spingendo il giocatore iniziale a foldare mentre voi shovate, si tratterà a tutti gli effetti di un back-shove. È perlopiù tipico della costa orientale degli USA”.

SHOVARE SULLA BOLLA

La bolla (o “bubble”) rappresenta il momento del torneo immediatamente precedente all’ingresso nella zona premi. Occorre quindi avere un buon motivo per shovare proprio sulla bolla. Perdendo la mano, infatti, diverreste il cosiddetto “bubble boy”, ovvero colui che viene eliminato sulla bolla ed è costretto a lasciare il tavolo a mani vuote.

La maggior parte dei giocatori a corto di stack evita di shovare sulla bolla, a meno che non abbia una mano particolarmente forte. Molti di loro sanno infatti di dover probabilmente affrontare il call di un avversario che voglia far “esplodere” la bolla. C’è un’importante differenza di equity tra il superare o meno la bolla, per cui se proprio volete prendervi il rischio di shovare, assicuratevi di avere una mano molto vantaggiosa.

ALTRI FATTORI INERENTI ALLO SHOVE

Fate attenzione alle dimensioni degli stack prima di shovare: gli avversari con grandi stack saranno più propensi a vedere un vostro all-in. Al contrario, i giocatori con scarsi stack saranno più inclini a foldare. 

Occorre inoltre tenere a mente la propria immagine al tavolo. Se giocate tante mani e andate spesso all-in, gli avversari cominceranno a dubitare delle vostre carte. I vostri shove perderanno di credibilità, spingendo gli altri a vedere anche con mani deboli.

Se offrite invece un’immagine tight, porterete gli avversari a credere che giochiate solo con mani forti, dissuadendoli dal fare call. Vi conviene così sfruttare la vostra immagine tight, ricorrendo allo shove anche con mani più deboli. Gli avversari continueranno a credere che abbiate delle monster hands, permettendovi di vincere preziosissime fiches.

GRAFICO SULLO SHOVE

Noto anche come “grafico push/chart”, un grafico sullo shove aiuta i giocatori con bassi stack a determinare quando shovare o foldare, a seconda della mano posseduta.

Un grafico generico ha il vantaggio di illustrare un ampio range di mani, mentre le app e i grafici più dettagliati (come SnapShove, sviluppata da Max Silver) prendono in considerazione altri fattori come il numero dei giocatori al tavolo, la posizione ecc..

Ecco un utile grafico da consultare nel caso in cui vi ritroviate con uno stack inferiore a 10 big blind.

poker chart
Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.