Se ci chiedessero di pensare al sistema di premi ideali per una stanza in cui si gioca a poker, potremmo immaginare che più il ritorno è lucrativo e meglio è.
La realtà però è più complicata.

Molte sale in cui si praticano giochi di poker hanno provato con sistemi di ricompense molto generose, sperando di bilanciare le perdite con un maggior volume di traffico.

Ma anche se questo approccio all’inizio può far aumentare le quantità, il risultato spesso è un deterioramento significativo della qualità delle partite.

A lungo andare, l'onda corre il rischio di prosciugarsi, proprio come è successo a varianti esotiche come il Caribbean stud poker.
Quindi, cos’è che non va esattamente?

Il poker è un ecosistema

Siamo tutti a conoscenza del concetto di ecosistema in natura, è una comunità di organismi che vivono insieme in equilibrio.

L’introduzione di un nuovo predatore in questo ecosistema è in grado di far crollare l’equilibrio dell’intero sistema. Il nuovo predatore può consumare tutte le prede all’interno dell’ecosistema, fino al punto in cui muore anche il predatore stesso.

Da questo impariamo che introdurre un singolo elemento che rompe l’equilibrio può distruggere un intero ecosistema.

L’ecosistema del poker

Il poker non fa differenza. Un sito su cui si gioca a poker è un ecosistema, ci sono i predatori (gli squali) e le prede (quelli che giocano per divertirsi).

Un ecosistema del genere deve avere abbastanza giocatori di poker che sono al tavolo solo per divertirsi, altrimenti l’intero ecosistema può collassare.

La distruzione dell’equilibrio in un ecosistema pokeristico

I giocatori abituali che vincono parecchio si accorgono facilmente quando una stanza aumenta il suo sistema di ricompense o in alternativa diminuisce la sua rake.

Questi giocatori migrano verso la sala con il sistema di ricompense migliorato. Il risultato iniziale è un aumento del traffico per la sala, perché arrivano tanti nuovi squali.

Ma con l’arrivo dei giocatori abituali più forti, quelli regolari ma di abilità media diventano giocatori che perdono. E quindi alla fine decidono di andare a giocare da altre parti per trovarsi di fronte giocatori amatoriali di poker.

C’è un effetto domino, in cui i giocatori abituali che prima vincevano fanno un passo indietro nella catena... alimentare, arrivando in un punto in cui i loro profitti soffrono. E possono quindi anche decidere di andarsene.

Quello che ci rimane ora tra i giocatori presenti sono quelli che giocano per divertirsi e un buon numero di giocatori abituali molto forti, non troppo distanti dai giocatori professionisti di poker!

E poi che succede?

La distruzione dell’ecosistema del poker

La mentalità di chi effettua depositi

I giocatori che giocano per divertirsi non si preoccupano se perdono a lungo termine, loro giocano per il brivido che dà giocare d’azzardo.

Ma, che se ne accorgano oppure no, hanno comunque un paio di aspettative fondamentali.

  • Quelli che giocano per divertirsi vogliono sentire che potenzialmente potrebbero vincere, anche se solo per un breve periodo. Non è più divertente quando si cominciano a perdere tantissime fiches ogni sessione e non si vince mai neanche una mano.
  • I giocatori che praticano il poker per diletto si aspettano, inoltre, che i soldi che hanno depositato durino un periodo di tempo ragionevole prima che ci sia bisogno di depositare di nuovo. Se perdono troppo velocemente, ci penseranno due volte prima di effettuare un nuovo deposito, oppure non avranno i fondi per farlo.

Ora, i giocatori che giocano per divertirsi che sono rimasti nel nostro ecosistema si ritrovano a competere contro giocatori abituali d’élite e perdono molto rapidamente i loro bankroll.

Cominciano ad arrabbiarsi e alla fine smettono di depositare (oppure non possono più permettersi di farlo).

La mentalità di chi deposita i soldi a poker

L’ecosistema pokeristico prosciugato

Se se ne vanno quelli che giocano per divertirsi e la maggior parte dei giocatori abituali, tutto quello che resta è un numero altalenante di giocatori abituali molto forti che battagliano per il sistema di ricompense molto alto.

Ma sfortunatamente ci sarà sempre una categoria inferiore di giocatori abituali che rischia di dover migrare dall’ecosistema.
E a questo punto l’ecosistema di cui parliamo è incredibilmente malsano e a rischio collasso.

A fare andare avanti un ecosistema pokeristico sono i giocatori che giocano per divertirsi e depositano denaro.

Questi giocatori devono essere protetti se l’ecosistema vuole rimanere in salute. Le stanze da poker non possono concentrarsi solo su giocatori che hanno vinto tornei di poker di livello mondiale.

Aumentare di parecchio il valore di un sistema di ricompense per i VIP all’inizio aumenta il traffico, ma ironicamente crea uno sbilanciamento nell’ecosistema proprio a causa dell’afflusso di giocatori abituali vincenti.

L’ecosistema del poker – Una dura lezione

I tanti, tra gli altri gestori di siti di poker non avevano capito davvero l’importanza di un ecosistema pokeristico in salute fino a qualche tempo fa. Molti di loro pensavano che l’obiettivo del gioco fosse generare traffico.
 

 Una dura lezione Più traffico significa più rake e più rake significa più profitti

Il problema è che concentrandosi unicamente sulla costruzione del traffico (magari usando sistemi di ricompensa per i VIP o delle promozioni), rischiano di danneggiare l’ecosistema, con il risultato che è una diminuzione del traffico.

Alcune stanze hanno cercato di manipolare la salute degli ecosistemi, bandendo i giocatori vincenti o punendo gli iscritti che facevano arrivare giocatori forti nella loro rete.

Questa soluzione può offrire un aumento a breve termine della salute dell’ecosistema, ma danneggia l’affidabilità dell’operatore, il che alla fine porterà di nuovo a una diminuzione del traffico.

Più rake

La comunità del poker ha notoriamente preso in giro uno dei grandi nomi del settore per aver pronunciato la frase “più rake, meglio è”.
Ovviamente, da giocatori di poker, preferiamo sempre pagare meno rake che più rake.

Ma come abbiamo visto, diminuire pesantemente la rake al tavolo da poker può distruggere l’ecosistema.

E questo ragionamento probabilmente era quello che stava dietro alla frase tanto presa in giro “più rake, meglio è”.
Dei limiti di rake più alti limitano il numero di predatori (squali) che entrano nell’ecosistema, mantenendo un equilibrio salutare di giocatori che giocano per divertirsi e depositano denaro.

Più rake

Ecosistema del poker – Ricompense relative contro ricompense assolute

Anche se “più rake, meglio è” ha una parte di verità, la frase non cattura a pieno il quadro completo. A generare una mancanza di equilibrio nell’ecosistema non è il valore della rake o delle ricompense in assoluto, ma la differenza relativa tra la rake e le ricompense offerte dagli operatori.

Gli squali migrano in una stanza perché il sistema di ricompense crea più profitto rispetto a quello dei concorrenti.

Se tutte le stanze diminuissero la loro rake nello stesso momento, non si genererebbe nessun ulteriore sbilanciamento nell’ecosistema.

  • Quindi non è esattamente corretto dire “più rake, meglio è” (perché non è assolutamente così per i giocatori.
  • Forse sarebbe più giusto dire “un po’ più di rake rispetto ai concorrenti può proteggere l’ecosistema del poker”

Ma è una frase molto lunga, chi mai la userebbe come slogan?

Nella realtà, quelli che abbassano per primi la rake sono quelli che rischiano di affrontare subito problemi nell’ecosistema. Gli operatori devono in qualche modo allinearsi ai loro concorrenti quando scelgono i valori della rake e dei benefit.

Parlando in senso assoluto, i giocatori di poker preferirebbero che tutte quante le stanze facessero pagare molta meno rake.