Il poker è giocato regolarmente in ogni continente tranne che in Antartide, anche se si è giocato pure lì! Vi presentiamo cinque posti curiosi in cui poter giocare.
Il poker nel mondo
Brasile
Se seguite il poker, allora sapete che negli ultimi anni pochi mercati sono cresciuti come il Brasile. In effetti, si può parlare di boom nel paese più grande del Sud America.
Dal 2013 circa, il poker è sempre più coperto dai media mainstream brasiliani. Diversamente da quanto accade in molti altri Paesi, esso non viene presentato negativamente, ma come un gioco di abilità. Di fatto, il Ministero dello Sport brasiliano ha riconosciuto il poker come “sport mentale”. Il che è un bene, dato che i giochi da casinò sono illegali in Brasile dal 1946.
In realtà esistono alcuni “casinò”, che però non hanno i tradizionali giochi d’azzardo e si concentrano su corse dei cavalli e lotterie. Gli sforzi volti all’espansione del gioco hanno inciso profondamente nel processo legislativo (tra le leggi proposte, la 442/91 e la 186/2014). Secondo una ricerca dell’Instituto Jogo Legal, il gioco d’azzardo in Brasile svilupperebbe un giro d’affari da 17,6 miliardi di dollari.
Con la recessione in Brasile, i sostenitori del gioco d’azzardo sperano di evitare che i giocatori vadano a spendere i propri soldi in Paraguay e a Montevideo. Tuttavia, l’ostacolo principale da superare sta nel convincere un pubblico che associa spesso gioco d’azzardo e corruzione. Fortunatamente, come detto, il poker è stato presentato in modo tale che molti brasiliani non lo considerano un gioco d’azzardo.
E anche se in Brasile non trovate il poker da casinò, le occasioni per giocare non mancano. Le partite a soldi sono proibite, ma alcuni cavilli legali hanno permesso l’esistenza dei tornei. Recentemente il Brasile ha ospitato vari eventi perfettamente legali, molti dei quali hanno attirato centinaia, quando non migliaia, di giocatori. Tra di essi, le Brazilian Series of Poker (BSOP), le World Series of Poker Circuit Brazil e anche un evento 888live Local a Belo Horizonte, svoltosi nello Stadio Mineirão.
Il poker in Brasile è cresciuto al punto tale che 888poker ha addirittura un account Twitter (@888poker_br) dedicato al paese. E non solo, sono molti gli 888 Ambassadors brasiliani, tra cui Bruno Politano (il primo brasiliano a entrare nei November Nine del WSOP Main Event nel 2014), Nicolau Villa-Lobos e Bruno Kawauti, come anche il primo “celebrity ambassador” in assoluto del calcio brasiliano, il leggendario Denílson.
Stella della nazionale campione del mondo nel 2002, nei suoi 16 anni di carriera Denílson ha giocato in 10 squadre diverse in quattro continenti ed è un attivo sostenitore della crescita del poker in Brasile.
"Molte delle qualità necessarie per diventare un abile calciatore possono aiutarvi a migliorare nel poker. 888poker è una delle maggiori e migliori piattaforme di poker al mondo, e sono molto orgoglioso di fare parte del loro team. Spero che mi aiuti a migliorare le mie abilità pokeristiche, come anche a incoraggiare il coinvolgimento di nuovi appassionati".
Un altro ex calciatore brasiliano che promuove il poker è Ronaldo, convinto che possa diventare popolare al pari del calcio, come da lui stesso dichiarato nel 2015: “Il poker è ancora in crescita e penso che possa diventare popolare come il calcio”.
Giocatori ed esperti concordano: il Brasile è e continuerà a essere un mercato fiorente per il poker.
India
Si potrebbe pensare che la seconda nazione più popolosa al mondo – 1,252 miliardi di abitanti, rispetto agli 1,357 della Cina – sia una fucina di pokeristi. In realtà è un mercato nascente, anche se con un grande potenziale.
Il problema del poker in India è che la legge statale che regola il gioco d’azzardo, il Public Gambling Act del 1867, lo proibisce nella maggior parte del subcontinente. Detto questo, ogni stato ha la facoltà di approvare leggi proprie e negli stati offshore come Goa e Sikkim il gioco d’azzardo è legale. In effetti, il 90 per cento del gioco d’azzardo legale indiano è concentrato in questi due stati.
Nel frattempo altri stati, quale il Bengala Occidentale, hanno escluso giochi di carte quali bridge e poker dalla classificazione di giochi d’azzardo. Di conseguenza, è possibile organizzarli dopo avere ottenuto i permessi necessari. Esistono ovviamente degli stati, come Orissa e Assam, che hanno proibito tutte le forme di gioco d’azzardo. Complessivamente, il poker è riconosciuto come un gioco d’abilità in tre stati indiani: Karnataka, Bengala Occidentale e Nagaland.
“Quando università come Harvard ed MIT offrono corsi di poker, allora è chiaro che se esso è riconosciuto a livello mondiale come gioco basato sull’abilità, è solo questione di tempo prima lo stesso avvenga anche in India”, ha detto all’India Times la poker pro di Delhi Nikita Luther.
Per quanto riguarda l’online gaming, non esiste una legge che lo proibisce, per cui molti siti si rivolgono ai giocatori indiani come Aditya Agarwal, forse il più prolifico giocatore online del paese che, con i suoi 1.424.770 dollari guadagnati nei tornei dal vivo è terzo nella all time money list indiana. Nella classifica lo precedono solo Nipun Java (2.828.796) e Vivek Rajkumar (8.080.012).
Per quanto concerne il poker dal vivo, l’India offre varie possibilità. La più importante è l’India Poker Championship (IPC), uno dei maggiori e più famosi eventi indiani che si svolge nei casinò offshore di Panjim, a Goa, fin dal marzo del 2010. La missione degli ideatori Peter Abraham e Sameer Rattonsey è semplice: far vivere ai giocatori indiani l’esperienza del poker di livello mondiale.
Il noto pokerista e imprenditore seriale Praveen Dwarkanath ha lanciato a novembre del 2017 Poker Ninja, in collaborazione con Gold Coast Poker Room di Bengaluru.
“Il circuito del poker internazionale è ottimo per capire quale dovrebbe essere l’esperienza di un torneo e di un giocatore di poker”, ha detto Dwarkanath a PokerGuru.in. “Ecco perché con Gold Coast intendiamo fornire il miglior ambiente di gioco e una piattaforma in cui i giocatori possano mettere alla prova le proprie abilità facendo anche l’esperienza di un’arena di gioco all’avanguardia”.
Il poker in India continua e continuerà a espandersi. Nel 2017 l’Economic Times ha riferito che le startup indiane di poker online valgono tra i 110 e i 120 milioni di dollari, con oltre 50.000 giocatori regolari.
Libano e Israele
Non è semplice trovare partite di poker in Medio Oriente, soprattutto negli stati islamici dove sharia e leggi civili proibiscono ogni tipo di gioco. Tuttavia, come la maggior parte dei posti in cui il poker non è legale, spesso basta cercare a fondo per riuscire a giocare. In Medio Oriente ci sono un paio di paesi con una fiorente scena pokeristica.
In Libano esistono due strutture per il gioco d’azzardo: l’Hippodrome Du Parc De Bevrouth di Beirut e il Casino du Liban a Maameltein. Quest’ultimo è il più grande con 56 tavoli da gioco, centinaia di slot machines e sei tavoli da poker.
Vi sorprenderà anche sapere che molti top pro del poker vengono dal Libano. Freddy Deeb, che ha vissuto negli USA, è il giocatore più ricco del suo paese d’origine con oltre 9 milioni di dollari guadagnati in carriera. Oltre a lui, anche Nicolas Chouity (3,7 milioni di dollari), Fadi Kamar (2,2 milioni) e Walid Bou Habib (1,9 milioni).
In Israele, il poker è illegale dopo essere stato definito un gioco di fortuna invece che d’ingegno. Ma ciò non ha impedito il sorgere di una vivace scena casalinga, nonostante gli organizzatori rischino tre anni di carcere e i giocatori fino a un anno. Un’interessante storia a proposito si trova sul blog di Avi Rubin riguardo al suo anno in Israele.
Anche se il poker è limitato alle partite casalinghe, presto potrebbe esserci un cambiamento con la possibile costruzione di alcune case da gioco nella città di Eilat, che ospita crociere con casinò (dato che in alto mare si è fuori dalla giurisdizione israeliana).
“Sono decina di centinaia gli israeliani che giocano a poker per divertimento con amici e colleghi, da una volta al mese a molte volte alla settimana”, ha scritto Robbie Strazynski su Cardplayer Lifestyle. “Ecco perché ormai i negozi che vendono set di fiches e altri articoli per il poker sono praticamente ovunque. E, ovviamente, esistono anche tantissimi forum israeliani di poker online dove gli appassionati del gioco discutono sul loro passatempo preferito”.
E anche se il poker magari non è così diffuso da queste parti, è comunque un fenomeno presente. Questo fatto è evidenziato dal gran numero di giocatori della regione che hanno avuto successo nel circuito internazionale.
Pensate ad esempio al compianto Amir Vahedi, che arrivò al tavolo finale del WSOP Main Event lo stesso anno della vittoria di Chris Moneymaker: detiene ancora il primo posto nella all time money list iraniana con 3.276.428 dollari guadagnati. A proposito, l’Iran ha dato i natali anche al campione del WSOP Main Event del 1992 Hamid Dastmalchi, che vi è cresciuto prima di trasferirsi negli USA a 19 anni. Ci sono poi l’iracheno Mohamed Namir (175.201 dollari), l’emiratino Shams Ahmad (207.083) e il giordano Fuad Serhan (653.972).
Africa
Quando si parla di poker in Africa, si pensa al Casino de Marrakech in Marocco dove si sono svolti alcuni grandi eventi, tra cui World Poker Tour Nationals, WSOP Circuits e anche eventi principali del WPT, e che nel 2016 ha ospitato il Marrakech Poker Open, un torneo che ha attirato 220 partecipanti e ha visto il professionista portoghese Henrique Pinho vincere il primo premio da 35.880 euro.
E se Marrakech è un luogo ideale per giocare a poker, non è certo l’unico in Africa. Secondo World Casino Directory, nel 2014 erano dieci i gruppi che gestivano casinò nel continente, la maggior parte dei quali controllati da Sun International in nazioni quali Botswana, Lesotho, Namibia, Nigeria e Sudafrica. Altri Paesi in cui si gioca sono Egitto, Camerun, Ghana, Zimbabwe e Uganda.
Mentre casinò, ippica e sport sono presenti fin dagli anni Cinquanta, è nell’ultimo decennio che tali attività hanno iniziato a crescere veramente. Per restare al poker, oltre al Marocco, dovete assolutamente visitare il Sudafrica.
"Credo che i migliori casinò si trovino probabilmente a Johannesburg con partite a soldi e MTT praticamente ogni giorno", ha detto a PokerNews il noto poker pro africano Ahlee de Lange. "Il mio posto preferito per giocare è probabilmente Città del Capo, città bellissima, con gente amichevole e casinò niente male. Ma la mia casa da gioco preferita è Monte Casino a Johannesburg: ha una scelta di buoni ristoranti e negozi, come anche buoni MTT e partite a soldi. Se volete giocare a poker in Sudafrica, raccomanderei di andare a Johannesburg. Tuttavia, se volete fare anche un po’ di vacanza e immergervi in un bell’ambiente, Città del Capo è la città che fa per voi. Ha la più incredibile vita notturna del Sudafrica e le persone in genere sono molto gentili".
Non sorprende che i primi tre pro della all time money list africana provengano dal Sudafrica: il terzo classificato al WSOP Main Event del 2007, Raymond Rahme è in vetta con oltre 3,5 milioni di dollari, mentre Jarred Solomon è secondo con circa 1,6 milioni. Anche Darren Kramer vanta un montepremi totale a sette cifre, grazie a una somma di 1.183.714 dollari.
Tra gli altri celebri giocatori africani ci sono Warren Zackey (860.269 dollari), Greg Ronaldson (929.145) e Farid Yachou, che a inizio 2017 ha vinto l’inaugurale WPT Tournament of Champions, aggiudicandosi una somma di 381.600 dollari.
Non esistono solo giocatori forti di origine africana, ma ce ne sono anche molti che vengono da fuori per far visita ai casinò del posto. Nel 2014 Dylan Wilkerson ha vinto il WPT Emperors Palace Poker Classic e una contestuale somma di 145.836 dollari, mentre i colleghi pro statunitensi Faraz Jaka e Mclean Karr hanno vinto entrambi eventi collaterali nella stessa occasione. Inoltre, la leggenda del poker online Dan “Jungleman” Cates ha vinto 500.000 dollari nello stesso luogo quando ha partecipato al WPT Alpha8 Johannesburg del 2016.
Non è solo la vivace scena pokeristica ad attirare i professionisti in Africa, ma anche le proposte che vanno oltre il gioco stesso. Molti colgono l’occasione per visitare siti turistici o per i safari; altri invece si spingono in cima al Kilimangiaro, come hanno fatto i professionisti Shannon Shorr e Jesse Yaginuma a fine 2014, emulati da Fedor Holz a inizio 2017.
Kazakistan
Quando si pensa all’Asia, il poker è probabilmente una delle ultime cose che vengono in mente, soprattutto in Kazakistan. Tuttavia l’ex repubblica sovietica, che si estende dal Mar Caspio a ovest fino ai Monti Altaja a est, è salita alle cronache come un ottimo posto in cui giocare a poker.
Secondo World Casino Directory, sono cinque le città kazake che ospitano un totale di 10 strutture per il gioco d’azzardo. Per legge, tutti i casinò devono trovarsi vicino alle due maggiori città (Almaty e Karagandy). Kapchagay, appena fuori Almaty, ospita sei strutture, compreso il più grande casinò kazako, il Casino Altyn Alma con i suoi 44 tavoli e 150 macchine da gioco e di video poker.
Il gioco in Kazakistan è cresciuto così tanto che nel 2015 l’AD di Wynn Resorts, Steve Wynn, ha incontrato il presidente Nursultan Nazarbayev per discutere una possibile cooperazione su progetti comuni. Casualmente è accaduto nel momento in cui il Paese asiatico ha reso pubblici i progetti per lo sviluppo dei casinò.
Il Kazakistan, il più grande stato al mondo senza sbocchi sul mare, progetta la costruzione di un aeroporto internazionale posto a cinque ore di aereo da metà della popolazione mondiale, considerata la vicinanza di Cina e India. Ci sono inoltre progetti per una superautostrada e per un sistema ferroviario ad alta velocità. Come potete capire, c’è il potenziale affinché il Kazakistan diventi un protagonista sulla scena del poker.
In tutto il paese ci sono più di una sessantina di tavoli e una delle strutture adibite, il Bombay Casino, ha ospitato nel 2015 il WPT National Kazakistan, torneo che ha attirato 106 partecipanti e ha visto il russo Kamil Isabekov portarsi via un primo premio da 42.225 dollari.
Altra manifestazione che spesso disputata in Kazakistan è l’Eurasian Poker Tour (EAPT); ad aprile 2017 si è tenuto al Cashville Casino di Astana. Quel Main Event ha attirato 150 partecipanti e ha superato il montepremi pubblicizzato da 100.000 dollari, creandone uno da 130.500 dollari. In quell’occasione la vittoria è andata all’ucraino Shklyar Iaroslav, che ha portato a casa la somma di 33.330 dollari.
Tra i giocatori kazaki, Aidyn Auyezkanov è in cima all’all time money list con 535.966 dollari, vinti praticamente tutti nel maggio 2016 quando si è classificato terzo nell’EPT Monte Carlo Super High Roller, risultato che ha contribuito a portare il Kazakistan sulla scena mondiale del poker. Altri giocatori kazaki con vincite a sei cifre sono Umarov Ilysovich (353.969 dollari), Darkhan Botabayev (278.308), Ivan Arbatsky (179.229) e Ismail Salmanogly Babaev (146.946).
Senza restrizioni online e con lo sguardo rivolto all’espansione del gioco, il Kazakistan sta entrando di diritto nel mondo del poker.
Conclusioni
È possibile trovare il poker in tutti gli angoli del mondo. La cosa migliore è una bella ricerca su Google, ma se non siete convinti, non abbiate paura di chiedere ai giocatori di poker. Una ricerca sui social media può rivelarsi un ottimo modo per conoscere la scena del poker nella vostra destinazione, e potrebbe procurarvi addirittura un paio di inviti.