L'immagine a poker

L'immagine è tutto. È un vecchio adagio che si applica a molti aspetti della vita, ma è un concetto chiave anche nel gioco del poker. Che si tratti di un torneo o di un cash game, il modo in cui ti presenti può fare davvero la differenza per avere successo nel poker.

Gli altri possono cogliere la personalità generale di una parsona e il suo approccio al gioco, e queste informazioni possono influenzare direttamente il modo in cui i giocatori di poker ti affronteranno.

Questo fattore è decisamente essenziale per ottenere alcune chiamate o in caso di fold complessi quando ci si trova ai tavoli da poker dal vivo e online.

Negreanu gioca sulla sua immagine

Con decenni nel gioco, Daniel Negreanu ha visto proprio tutto nel poker. Ha accumulato più di $ 54 milioni in vincite nei tornei dal vivo, tra cui spiccano sette braccialetti delle World Series of Poker e due titoli del World Poker Tour.

Nell'estate 2024 ha vinto il $ 50.000 Poker Players Championship alle WSOP, uno dei titoli più ambiti tra i professionisti, con un assegno finale di $ 1,2 milioni. In una recente apparizione al podcast High Performance, Negreanu ha offerto qualche spunto su come ami speculare sulla sua immagine al tavolo, in particolare apparendo come giocatore allegro e chiacchierone, anche contro gli avversari più aggressivi.

"La mia personalità esteriore è quella di una iena che ride perché sono sempre e solo una persona che gioisce, che continua a scherzare come se non sapessi cosa sta succedendo", afferma.

"Ma sotto sotto, sono davvero un camaleonte, adattabile e sempre in grado di cambiare in base alla percezione? Penso che l'insieme di abilità più importante sia la consapevolezza, capire come le persone ti percepiscono, e poi puoi trarne vantaggio in tal senso".

Ha detto che giocatori come Phil Ivey usano un approccio più serio quando sono al tavolo: così, la personalità impenetrabile di Ivey può tenere gli avversari in bilico.
È molto silenzioso e ponderato durante le sue sessioni. Negreanu preferisce un approccio molto diverso: una personalità rilassata che contribuisce, molto probabilmente, che i giocatori continuino a mettere le loro fiches.

"Voglio che le persone percepiscano un ambiente soft", dice. "Desidero che le persone ridano e, di conseguenza, abbassino la guardia. Voglio che si sentano al sicuro e a loro completo agio. Diciamo che sono in una mano contro di te. Sto prendendo una decisione. Spesso inizio a parlare con il dealer e dico, "Cosa mi è capitato? Sono davvero così stupido? Perché ci ho pensato?"

"Ma in realtà, ti guardo per tutto il tempo mentre tu te la stai spassando e ridi perché non ti sembra che ti stia guardando. Non sono uno di quelli che è super calcolatore e fissa le persone in questo modo a lungo.

"Il mio obiettivo è quello di disarmare gli avversari, senza nemmeno che se ne rendano conto e, dopo averli superati, quando se ne vanno, gridino a tutti, 'Ehi, dove sono tutte le mie fiches da poker?'"

Immagine solida e decisa al tavolo: Chris Moneymaker

Insieme a Ivey, Chris Moneymaker ha cercato di apparire più serio e strutturato possibile durante il tavolo finale del Main Event WSOP del 2003. Ricordiamo, amici lettori, che Moneymaker, in quel momento, era semplicemente un giocatore amatoriale di poker che si era aggiudicato il suo posto nel torneo tramite una qualificazione online e non aveva, quindi, davvero nulla da perdere.

Quegli occhiali da sole per il poker, a specchio, gli impedivano di rivelare informazioni mentre stava per scrivere una pagina, anzi, un intero capitolo della storia del poker.
Al tavolo finale, il suo approccio deciso si è tradotto in grande combattività, che ha lasciato gli avversari sbilanciati e barcollanti.

"Per la prima parte del tavolo finale, ero in modalità, come su una lenta nave da crociera, cruise control", annota nel libro The Moneymaker Effect. "Non ho giocato molti piatti; non volevo essere coinvolto eccessivamente dagli altri. Il mio piano era di sedermi e lasciare che i finalisti si eliminassero da soli finché non fossimo rimasti a corto di giocatori".

Subito dopo, ha inserito una marcia più alta per trasformarsi in quello che lui chiamava "mini Stu Ungar". La sua precedente immagine da tavolo tight contrastava, ad occhio nudo, con un gioco più attivo che gli ha fatto vincere un piatto dopo l'altro. La strategia di Moneymaker ha dato i suoi frutti e alla fine ha fatto la storia e ha vinto 2,5 milioni di dollari.

"Non so cosa sia successo quando siamo arrivati ​​a tre", ha detto. "Ho iniziato a rilanciare ogni singola mano. Li stavo semplicemente distruggendo entrambi con la mia studiata aggressività".

Approcci più combattivi al tavolo

Alcuni altri giocatori potrebbero presentare approcci diversi rispetto all'immagine con la quale si accomodano al tavolo. Ad esempio, Phil Hellmuth porta regolarmente al tavolo la sua personalità da "poker brat". Il 17 volte vincitore del braccialetto WSOP è noto anche per le sue invettive, insulti e, spesso e volentieri, folli capricci.

Phil Hellmuth

Questo approccio diretto può essere esasperante per alcuni avversari, ma può anche farli uscire dal gioco, avvantaggiando Hellmuth nel suo percorso verso le fasi successive del torneo di poker

Phil Hellmuth

Un giocatore in tilt a causa degli eccessi di spavalderia di Hellmuth potrebbe essere più propenso a fare chiamate e rilanci basati non sulla classifica delle mani nel poker o su attente letture, ma semplicemente sull'emozione.

"Quando il mio sangue inizia a bollire, dopo aver perso un piatto significativo, non c'è una spiegazione sensata, in particolare ad un livello del genere, eppure è così", ha scritto Hellmuth, commentando uno dei suoi crolli al tavolo nella sua autobiografia Poker Brat.

"Consapevolmente, so che non dovrei lasciare che un brutto piatto, un'ora mal giocata o una giornata negativa mi influenzino così profondamente a livello emotivo. Inoltre, ho contezza che non dovrei rimproverare gli altri giocatori per le loro intuizioni vincenti o lamentarmi oltremodo di quanto sono stato sfortunato".

Will Kassouf

Il giocatore inglese Will Kassouf ha una strategia simile: alla stregua dei più fastidiosi cestisti NBA sul parquet, definisce il suo approccio al gioco "speech play". Quel termine nel vocabolario poker è assolutamente appropriato, dato che la sua bocca si muoveva costantemente durante il WSOP Main Event.

Durante il suo viaggio verso il 17° posto per $ 338.000, i discorsi costanti di Kassouf, le provocazioni agli avversari e il gioco lento hanno mandato letteralmente in confusione sia i giocatori che gli spettatori. Kassouf ha detto che il suo stile era mirato per tenere gli avversari in bilico, portandoli, quindi, a commettere potenziali errori.

"Guarda le tue carte e stai al posticino tuo", gli ha intimato Cliff Josephy in un momento cruciale durante il Main Event. "Non abbiamo bisogno dello spettacolo del pagliaccio".

La percezione al tavolo di Kassouf poteva senza dubbio essere fastidiosa. A volte faceva perdere la concentrazione agli avversari, come quando ha fatto un bluff enorme per far foldare un giocatore che partiva una donna.

Jamie Gold

Sebbene molto meno incisivo di Kassouf, Jamie Gold ha usato parte del suo gioco di parole e del suo gioco per vincere il Main Event WSOP del 2006 con montepremi complessivo di 12 milioni di dollari.

Aveva un talento nel convincere gli avversari a chiamare o foldare durante tutto il torneo. Gold apparentemente aveva il tocco magico, facendo sì che gli avversari chiamassero contro le sue mani forti e passassero con continuità contro quelle deboli. 

Questa strategia divenne una parte regolare della suo metodo di gioco, mettendo in difficoltà gli avversari. Non riuscivano mai a capire se stava bluffando o se aveva davvero le carte in regola.

Le chiacchiere al tavolo spesso suscitavano una reazione negli avversari che Gold sapeva leggere per adattare il suo gioco, rilanciando solo quando sembravano deboli e, viceversa, passando sempre quando sembravano forti.

Come diremmo nel gergo del poker: "sappi quando stare nel gioco e quando passare".

L'importanza dell'immagine al tavolo nel poker - Punti chiave

Usare l'immagine al tavolo può rappresentare parte di una strategia di poker a tuo vantaggio. Imparare a capire e ad avere consapevolezza di come gli altri giocatori ti percepiscono come giocatore presenta indubbiamente delle opportunità, spesso inesplorate.

  • Se preferisci uno stile più tight, i giocatori potrebbero darti più credito quando punti molto o rilanci. Aggiungi un bluff in questo caso e potresti conquistare più piatti.
  • D'altra parte, però, se giochi più mani e sei un po' più loose, gli avversari potrebbero non essere in grado di prevedere cosa potresti avere in mano. Questa lettura può dare i suoi frutti quando hai il nuts

Ribadiamolo ancora una volta, amici miei: utilizzare la propria immagine al tavolo dovrebbe essere un'arma importante nell'arsenale di ogni giocatore di poker.

Sean Chaffin è uno scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.