Bluff poker 

Parole come bluff poker o value-bet si usano comunemente per descrivere le ragioni per cui si punta nel poker. Ma sono termini non molto precisi e spesso c’è una certa sovrapposizione tra i due vocaboli, soprattutto nelle prime street.

Per esempio, un bluff (che di solito punta a far sì che mani migliori della nostra foldino) potrebbe essere di tanto in tanto chiamato da mani peggiori. Questo può succedere ad esempio nel Texas Holdem, quando si bluffa al turn con in mano con un asso come carta più alta e l’avversario chiama con un progetto di scala al dieci.

Definizione del bluff nel poker 

Quindi è fondamentalmente la nostra intenzione a stabilire come chiamare una determinata puntata. Se la nostra intenzione primaria è far sì che mani migliori della nostra foldino, allora possiamo riferirci alla puntata come a un bluff, anche se mani peggiori dovessero chiamare e se alcune di quelle migliori non dovessero foldare.

La differenza tra bluff a poker e value-bet

In molte situazioni appare semplice definire se un giocatore sta facendo value-bet o sta foldando, ma non sempre è così e la stessa giocata può essere definita in entrambe le maniere a seconda delle intenzioni del giocatore che punta.

Per esempio una mano servita troppo forte viene trasformata in un bluff e non è chiaro se chi punta sta provando a fare una leggera value-bet (ovvero farsi chiamare da mani peggiori) o se prova a far foldare mani migliori. Ma questo è quasi sempre segnale di gioco sbagliato, perché i migliori giocatori tendono verso linee di gioco decisamente più definite, in cui l’intenzione è chiarissima.

Esempio di bluff a poker utilizzato in una frase -> Il mio progetto di colore è fallito totalmente, quindi ho deciso di provare un bel bluff.

Come usare il bluff come parte della vostra strategia nel poker

Stabilire la profittabilità di un poker bluff

Quanto spesso serve che un bluff funzioni per generare profitto dipende dalle dimensioni della puntata. O almeno, questo è vero se partiamo dal fatto che abbiamo una pot-equity uguale a zero.

È il caso in cui abbiamo una mano totalmente inutili nelle prime street oppure un bluff puro al river, quando non abbiamo più alcuna possibilità di migliorare la mano. Ma visto che persino le mani peggiori nelle prime street hanno un minimo di equity, è decisamente più facile modellare degli scenari di bluff ragionando sulla situazione al river.

Esempio – Al river ci sono 100 euro nel piatto e noi facciamo un bluff da 50 euro. Quanto spesso il nostro bluff deve avere successo per poter ottenere un profitto?

Un ragionamento errato comune da giocatori amatoriali di poker è che tutti i bluff devono funzionare almeno nel 50% dei casi per generare un profitto. Dopo tutto, se i nostri bluff non funzionano nella maggior parte dei casi, che li facciamo a fare?

Ma questa idea non prende in considerazione il fatto che in mezzo ci sono già delle fiches, il che significa che i bluff possono portare profitto anche non andando a buon fine nella maggior parte delle occasioni.

Quando è giusto provare il bluff a poker

Quindi la frequenza di successo necessaria di un bluff è direttamente proporzionale alla percentuale del piatto totale che investiamo facendo il nostro bluff. Nell’esempio qui sopra, che vale anche per l'online poker, stiamo investendo il 33% del piatto totale (dopo il nostro bluff nel piatto ci saranno 150 euro, di cui noi ne abbiamo investiti 50).

Il bluff porterà quindi profitto se riesce a ottenere il piatto almeno nel 33% dei casi in cui viene fatto.

Se di media i nostri bluff funzionano nel 40% dei casi, significa che in teoria potremmo anche decidere di puntare forte con tutte le nostre pessime mani in una situazione simile. Ma questo per alcuni giocatori può essere difficile a livello psicologico, visto che intuitivamente ci si rende conto che i bluff non vanno a buon fine nella maggior parte dei casi.

Ma quelli che capiscono la matematica dei bluff e le relative probabilità poker sanno che è corretto continuare a bluffare in quella situazione, perché farlo ha un’aspettativa di vincita positiva a lungo termine.

Per altre informazioni su come calcolare la profittabilità del bluff quando la nostra mano ha anche una relativa pot-equity, date un’occhiata alla pagina della guida definitiva al bluff!

Quando arriva il momento esatto per il bluff?

Qui parliamo di bluff poker puri, il che significa avere pot-equity pari a zero. Parlando a livello generale, di solito non c’è bisogno di fare bluff puri al flop o al turn. Possiamo evitare i bluff puri in favore dei semi-bluff (ovvero dei bluff con un minimo di pot-equity).

L’unico caso in cui siamo incentivati a fare bluff pure al flop o al turn è quello in cui il nostro avversario ha la tendenza a foldare troppo spesso.

La situazione in cui la maggior parte dei nostri bluff pure ha senso è il river. Secondo le strategie river, è, infatti, l’unica street in cui il nostro obiettivo è puntare al massimo possibile con le mani migliori e con quelle peggiori. Nelle street precedenti non è il caso di puntare alto con le mani peggiori, perché possiamo foldarle preferendo continuare quando abbiamo mani con potenziale più alto.

L’indicatore più importante per determinare la nostra peggiore mano possibile al river è il valore al momento di mostrare le carte. Se la mano ha zero possibilità di vincere al momento di mostrare le carte, allora diventa un’ottima candidata per bluffare.

Il bluff al river

L’aspettativa di un check al river sarà pari a zero (perché la mano non vincerà mai), ma l’aspettativa di un bluff può addirittura diventare di profitto, sempre ammesso che il nostro avversario foldi mediamente più spesso della nostra frequenza di successo richiesta.

Le mani che hanno un buon valore al momento di mostrare le carte possono comunque portare profitto anche come bluff, ma di solito è meno logico considerarle serie candidate per un bluff. Questo dipende dal fatto che hanno la potenzialità di vincere quando si scoprono le carte e quindi generano aspettativa positiva anche con un check.

La questione non è tanto che non porterebbero profitto come bluff, ma che l’aspettativa di vincita che si ha con un check è maggiore di quella che possiamo generare bluffando.

Ovviamente il semplice fatto di avere una mano inutile al river non garantisce che il bluff avrà successo. Magari, per esempio, il nostro avversario è una calling station e chiamerà tutti i bluff.

Dobbiamo quindi tenere in considerazione qualsiasi ragionamento specifico che possiamo fare sul singolo avversario. E contro avversari che non foldano al river, è il caso di smetterla con i bluff e puntare al river solo quando si vuole generare valore.